Il Comitato No Triv di Licata continua a tenere alto il livello di attenzione
sulla vertenza che lo vede presente e attivo in prima linea contro le
trivellazioni e, nell’informare i cittadini circa gli ultimi sviluppi, intende
far chiarezza in merito ad alcuni punti cruciali relativi al progetto Offshore Ibleo e all’atteggiamento
tenuto dai vari soggetti coinvolti nella vicenda.
Il Comune di Licata è a
conoscenza da tempo dell’avvio della procedura di valutazione di impatto
ambientale
Con il D.M. 149 del 27/05/2014,
il Ministero dell’Ambiente ha decretato la compatibilità ambientale, con
prescrizioni, relativamente al progetto “Offshore Ibleo – Campi Gas Argo e
Cassiopea” collegato all’istanza di concessione di coltivazione di gas metano
“d3G.C-AG”, presentata da ENI Spa. Tale provvedimento è stato, come previsto
dalla legge, trasmesso per opportuna conoscenza al Comune di Licata.
Greenpeace, che già nel 2012
aveva avviato la campagna “U mari un si
spirtusa” con un tour in Sicilia per denunciare il pericolo derivante dalle
attività di perforazione nel Mediterraneo, nel corso di un convegno a Palermo,
giorno 5 luglio scorso, nell’ambito dell’iniziativa “Non è un paese per fossili”, ha lanciato un appello ai Comuni a
unirsi al ricorso che la stessa associazione stava presentando al TAR, al fine
di bloccare l’avvio del progetto delle trivellazioni nel Canale di Sicilia,
appello che è stato accolto dall’ANCI Sicilia che, per voce del suo presidente,
Leoluca Orlando, ha invitato le amministrazioni direttamente interessate,
Licata in primis, ad aderire all’iniziativa legale.
L’Amministrazione uscente, evidentemente,
non ha ritenuto la questione sufficientemente importante e solo a fine luglio scorso,
quando ormai i tempi tecnici per la presentazione di un proprio autonomo
ricorso erano ormai divenuti impossibili da rispettare, dopo le insistenti sollecitazioni
dei cittadini, con Federconsumatori in testa, ha espresso una posizione di
assenso ”verbale” all’iniziativa di Greenpeace.
La vicenda, almeno dal punto di
vista mediatico, è tornata nel dimenticatoio, complici le vicissitudini
politico/giudiziarie che hanno portato alle dimissioni del sindaco e i relativi
strascichi.
Solo a seguito delle proteste del
Comitato, che lamentava l’assenza di azioni concrete da parte del Comune, il
vicesindaco Cambiano dichiarava che quanto sostenuto dal Comitato non
corrispondesse al vero. Secondo Cambiano, infatti, l’Amministrazione con la delibera
di giunta 136 del 11 agosto c.a. avrebbe mantenuto gli impegni con i cittadini,
aderendo alla campagna di Greenpeace.
Il Comitato ha immediatamente preso
atto di quanto dichiarato, verificando però che nella delibera di cui sopra non
veniva predisposta alcuna iniziativa legale. Né, sul sito internet
istituzionale, sono presenti ulteriori atti che certifichino la presentazione
del ricorso al TAR. Da un punto di vista sostanziale, dunque, al di là della
“richiesta di intervento” inoltrata al Governo nazionale, che di fatto è
un’adesione di principio senza alcuna conseguenza pratica, nessuna iniziativa
legale è stata intrapresa, in contrasto sia con quanto espressamente richiesto
da Greenpeace, che con il pressante invito rivolto all’Amministrazione comunale
dall’ANCI Sicilia.
Nel corso dell’assemblea pubblica
del Comitato, svoltasi giorno 22
in piazza Sant’Angelo è intervenuto, a titolo personale,
il Presidente del Consiglio Comunale, Saverio Platamone, il quale, sollecitato
dai cittadini, si è personalmente impegnato a fare chiarezza sulla vicenda e a incontrare
il Commissario straordinario del Comune di Licata, dott. Cartabellotta, per
l’adozione immediata del ricorso amministrativo avverso il Decreto di
autorizzazione della VIA relativo alle progetto Offshore Ibleo.
Da subito l’assemblea si è
mostrata ferma nel ribadire che le istituzioni debbano adottare in prima facie
tutti gli accorgimenti e gli strumenti a loro concessi per bloccare la
realizzazione di un progetto assolutamente inutile e dannoso per la nostra
comunità. Nello specifico, l’assemblea ha palesato il proprio fermo interesse a
voler verificare che l’iniziativa istituzionale venga adottata in tempi brevi e
portata a conclusione senza essere ulteriormente procrastinata.
Nella giornata del 26, l’incontro
si è effettivamente svolto, e il presidente Platamone, contattato dal Comitato,
ha comunicato l’esito del confronto con il dott. Cartabellotta, specificando
che la vicenda del ricorso dovrebbe risolversi in senso positivo attraverso due
ulteriori passaggi formali: la votazione in Consiglio comunale, martedì
prossimo, della proposta di adesione al ricorso legale proposto da Greenpeace e
la successiva presa d’atto del Commissario, nella giornata di mercoledì, con il
seguito di competenza per il conferimento d’incarico al legale designato.
La questione delle trivellazioni
nel nostro mare sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti, dal momento
che oltre al progetto Offshore Ibleo,
è stato avviato l’iter autorizzativo per ulteriori attività di perforazione ai
fini esplorativi e di produzione.
In data 2 luglio, è stata
pubblicata, infatti, la comunicazione dell’avvio della procedura di Valutazione
d’Impatto Ambientale del pozzo esplorativo “Lince 1” nell’ambito del permesso di
ricerca “G.R13.AG” presentato da ENI Spa. Lo scopo è quello di individuare in mare nuovi giacimenti di gas potenzialmente
sfruttabili. Per tale attività sono previsti: il posizionamento
dell’impianto di perforazione e la perforazione del pozzo esplorativo “Lince 1” a 13 miglia nautiche di distanza,
cioè a 24 chilometri
a sud della costa di Licata ed eventuali prove di produzione.
Come se non bastasse, in data 30
luglio, è stata pubblicata la comunicazione dell’avvio della procedura di
Valutazione d’Impatto Ambientale del progetto “intervento d’indagine geofisica
3D regionale nell’area dell’istanza di permesso di prospezione in mare
denominata d1 G.P.-SC” presentato
dalla società Schlumberger italiana Spa. Il progetto ricade nella zona marina G
il cui lato più vicino alla costa siciliana ricade a 28 miglia nautiche da
Licata.
In entrambi i casi, come da norma
di legge, i progetti, gli studi d’impatto ambientale e le sintesi non tecniche
sono stati depositati presso il Comune di Licata, peccato che da Palazzo di
Città non si sia levata una sola voce per denunciare quanto stava e sta
accadendo.
Il Comitato nell’evidenziare
ancora una volta la grave minaccia rappresentata dalle trivellazioni per il
mare e quindi per l’economia del nostro territorio, denuncia con forza sia
l’atteggiamento di asservimento della classe politica nazionale e regionale
agli interessi dei petrolieri, sia il silenzio complice, con alcune sporadiche
eccezioni, della politica locale.
Il Comitato ritiene, in questa
fase, di fondamentale importanza le determinazioni del Consiglio Comunale in
merito ai progetti di perforazione autorizzati e in fase di autorizzazione, e ribadisce
il diritto a mettere in atto ogni utile iniziativa di lotta volta a tutelare l’ambiente
e a garantire un futuro alla nostra comunità.
Con l’occasione, si invitano i
cittadini a visitare la pagina facebook “NoTriv Licata”e ad aderire al comitato
inviando un messaggio di posta elettronica all’indirizzo notrivlicata@gmail.com
Licata 28/08/2014