mercoledì 29 ottobre 2014

ENI, c'è posta per te

Cara Eni,
al ricatto dei posticini di lavoro che gentilmente ci elargisci, nel nostro solo interesse, noi non crediamo più.

Perché, sia chiaro, i 400 posti di lavoro, cara ENI, tu ce li togli, non ce li dai.

Ora sappiamo tante cose di te, ENI. Gli anni 60 sono finiti da un pezzo e durante il tempo trascorso abbiamo imparato che i miraggi possono essere molto pericolosi. I miraggi ingannano la vista, le illusioni distorcono la percezione del mondo e inducono a leggere la realtà in maniera falsa e non per quella che è. Le promesse di un futuro radioso sono il giogo a cui hai legato le popolazioni e i territori che hai colonizzato, lasciando sul terreno, riversi, padri, madri e figli.
La prospettiva menzognera che continui a propinare a noi come nel delta del Niger è sempre la stessa. Anzi lì hai dato il meglio di te, lo sai bene.


E se ci sbagliassimo, se le tue azioni fossero motivate solo da un sincero e disinteressato amore per la nostra terra, e non dalla mera volontà di perseguire un profitto, se avessi tanto a cuore la politica energentica nazionale e, in ultima analisi, il futuro nostro e quello dei nostri figli, sappiamo bene cosa potresti fare per noi: i nostri tetti sono a tua disposizione, coprili di pannelli fotovoltaici e di solare termico, ammoderna le reti di distribuzione elettriche rendendole adatte alla produzione diffusa, bonifica e riqualifica i territori che hai devastato. 
E poi, con garbo e gentilezza, ti chiediamo, cortesemente, di sparire per sempre.

lunedì 27 ottobre 2014

Comunicato stampa del 26/10/2014

Si è svolto, nella giornata di ieri, presso la sede di A testa alta, il primo di una serie di incontri tra il Comitato e le realtà associative di Licata.

Alla riunione hanno preso parte i rappresentanti dell'Associazione Archeologica Finziade, della Lega Navale Italiana, del Centro Italiano Femminile, dell'Associazione Archeologica Licatese, del Comitato No Triv di Palma, esponenti della marineria di Licata e singoli cittadini, oltre a diversi soci di Federconsumatori e di A testa alta, associazioni, queste ultime, già aderenti al Comitato No Triv di Licata.

Nel corso della discussione è emersa la generale volontà di avviare una campagna congiunta e capillare di sensibilizzazione della popolazione sui rischi derivanti dalla realizzazione del progetto Offshore Ibleo e di tutte le attività di ricerca, prospezione e coltivazione, finalizzate allo sfruttamento delle fonti fossili nel Canale di Sicilia.

I presenti hanno manifestato la necessità di una ferma opposizione alle trivellazioni, sia per gli effetti nefasti che queste avrebbero sull'economia locale, sia per le modalità attraverso le quali la politica nazionale e regionale ha imposto le proprie scelte, mortificando le prospettive di sviluppo del territorio.

Alla controffensiva mediatica dei petrolieri che, con promesse illusorie di futuri nuovi posti di lavoro, tentano come al solito di comprare l'assenso dell'opinione pubblica, si è deciso di rispondere con iniziative di forte impatto con il coinvolgimento generalizzato dei cittadini e dei movimenti territoriali di tutta la costa meridionale della Sicilia.

E' stato quindi concordato di fissare la prossima assemblea popolare per la mattina di sabato 15 novembre alle ore 10, presso il nuovo mercato ittico della banchina di Marianello.

In vista di tale appuntamento, il Comitato continuerà l'attività di informazione già avviata, organizzando incontri di approfondimento con le associazioni e le organizzazioni del territorio.

mercoledì 22 ottobre 2014

Politici, sindacati e affaristi: come fare i conti senza l'oste

Ancora una volta politici e sindacati padronali uniti contro le popolazioni, vogliono affossare le legittime aspettative di autoderminazione dei territori.

Nel loro disegno, l'ENI non è controparte, ma socio d'affari: dietro il solito gioco delle parti si cela l'accordo per la svendita del territorio attraverso il ricatto occupazionale. Le dichiarazioni del segretario nazionale dell’UGL Chimici, Luigi Ulgiati, al termine del tavolo di ieri al Ministero dell Sviluppo Economico sul futuro della raffineria di Gela, sono assai significative.

“I punti principali su cui lavorare riguarderanno la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e dell’indotto, la riqualificazione dell’area industriale di Gela e del territorio, il sostegno ambientale, la verifica dell’orientamento del piano Eni alla Green Refinery, e l’accelerazione dei processi autorizzativi sulle attivita’ di upstream e downstream
Al di là delle chiacchiere, la promessa del mantenimento dei livelli occupazionali consentirà a ENI di continuare a dettare legge e a stabilire gli indirizzi e le (false) prospettive di sviluppo per i territori.

Ma stavolta non possono e non devono passarla liscia
Il livello di mobilitazione sta crescendo in tutta la Sicilia, e queste "accelerazioni", che seguono le "compassionevoli" prese di posizione di ENI (leggi qui), danno il senso di una preoccupazione sempre maggiore, da parte della di politicanti e affaristi, nei confronti di un movimento che è in prepotente fase di sviluppo.


Fonte: http://www.siciliainformazioni.com/130930/eni-roma-garanzie-crocetta-sicilia-salvi-i-posti

martedì 21 ottobre 2014

Le bugie dei petrolieri


Come mentire per farsi autorizzare prospezioni sismiche oggi, e trivellazioni domani, in una delle aree più ricche di vita del Mediterraneo.

Qualcuno ha deciso che le trivelle sono il futuro del nostro mare: dobbiamo estrarre fino all'ultima goccia di idrocarburi. Secondo le stime del Ministero dello Sviluppo Economico si tratta di poca roba, qualche mese dei nostri consumi nazionali, ma per qualcuno ne vale la pena: un regime fiscale favorevole alle imprese prevede, infatti, royalties tra le più basse al mondo.
 
Così facendo verrà rallentata però quella "rivoluzione energetica" di cui abbiamo disperatamente bisogno per salvare il clima del Pianeta (e i nostri figli da cataclismi che faranno impallidire il ricordo di quello che, purtroppo, sta già succedendo) e il nostro Paese dal collasso economico. La rivoluzione energetica è necessaria per rilanciare economia e occupazione: sviluppo, in altre parole, ma non nella direzione che piace ai padroni del petrolio. Che per grattare il fondo del barile sono disposti a tutto.

Ecco, in questo briefing, un piccolissimo esempio delle bugie che raccontano.

lunedì 20 ottobre 2014

Comunicato stampa del 20/10/2014

Al fine di rappresentare alla cittadinanza tutta lo stato della lotta contro le trivellazioni e favorire ancora un maggiore coinvolgimento della popolazione, preannunciamo la convocazione a breve di un'assemblea pubblica, nella data e nel luogo che verranno comunicati successivamente.

In preparazione dell'assemblea, dando seguito agli impegni presi nel corso dell'incontro tenutosi sulla Rainbow Warrior, rinnoviamo la nostra disponibilità a partecipare a incontri presso le sedi di associazioni e comitati che ne faranno richiesta, per sviluppare il tema e fornire maggiori dettagli sul problema.

Prendiamo atto, intanto, che le iniziative messe in campo in questi mesi, fino al coinvolgimento diretto di Greenpeace (che, come noto, ha fatto visita alla nostra città attraverso la sua nave ammiraglia), hanno prodotto un interesse diffuso sull'argomento delle trivellazioni nel Canale di Sicilia e che, come da noi auspicato, diverse soggettività associative e politiche hanno finalmente iniziato a discutere del problema.

Ribadiamo la ferma convinzione che la popolazione di Licata, nelle sue diverse componenti, sia perfettamente in grado di autodeterminarsi. L'unica via per riuscire a vincere la battaglia contro ENI e i petrolieri, infatti, è quella dell'assunzione diretta di responsabilità da parte dei cittadini e del conseguente rifiuto della delega a quei politici, leader e capipopolo di vario genere che si autocandidano a rappresentarli.

Riteniamo, infine, che le forze politiche che si dichiarano sensibili al problema non debbano limitarsi a passerelle e convegni di circostanza ma essere conseguenti e agire, per quanto di loro competenza, opponendosi a TUTTI i progetti di svendita del territorio e del mare nei modi opportuni e nelle adatte sedi istituzionali.

mercoledì 15 ottobre 2014

Comunicato stampa del 15/10/2014

Alle prime luci del giorno alcuni pescatori  della marineria di Licata, con le proprie imbarcazioni hanno raggiunto e portato il loro “saluto” alla piattafoma petrolifera “Prezioso”, occupata dall'alba di ieri dagli attivisti della Rainbow Warrior di Greenpeace, per portare solidarietà e sostegno all'azione in corso.

L'iniziativa dei pescatori licatesi apre una prospettiva di lotta che ha pochi precedenti nella storia recente della nostra città: il popolo di Licata, attraverso la sua categoria più rappresentativa, è parte attiva in un conflitto aperto contro sciagurate scelte economiche e ambientali operate dall'alto che, com'è ormai prassi, vengono prese castrando ogni legittima aspettativa di sviluppo delle comunità locali.
E c'è molto di più: per una volta, forse la prima dopo tantissimo tempo, la marineria si presenta compatta, determinata e consapevole della propria capacità di azione, e in grado di operare scelte senza la mediazione e il benestare dei caporaletti inviati dai politicanti al solo scopo di dividere e imperare.
Senza mezzi termini occorre dire che nei confronti di Greenpeace e della Rainbow Warrior avremo per sempre un debito di riconoscenza: al di là della portata del messaggio, per la spinta propulsiva che sono stati in grado di dare e, in ultima analisi, per la capacità di far deflagare un'opposizione convinta e radicale ai progetti di trivellazione.

Tutto quello che è avvenuto in questi ultimi intensissimi giorni, ci rende ancora più convinti di aver intrapreso fin da subito la strada giusta, l'unica percorribile: non accettare alcuna mediazione politica a livello istituzionale e costruire una lotta di resistenza e difesa del territorio dal basso, coinvolgendo e animando la popolazione.

La Sicilia, lo sappiamo, è una terra ricca anche di risorse minerarie,  la cui estrazione comporta sempre la genesi di disastri ambientali di dimensioni incalcolabili, con conseguenze devastanti sulla salute dei cittadini.

In Sicilia già esistono diversi impianti estrattivi e centrali di raffinamento, quali quelle di Milazzo, Priolo e Gela. Centrali che hanno distrutto l'ambiente circostante e che appestano i territori con il loro fetore industriale. Centri di produzione che hanno avvelenato le risorse naturali e che hanno avuto conseguenze devastanti sulla salute delle persone che vi vivono vicine.

In questo scenario orrendo, il duo Renzi-Crocetta, ha pensato bene di incrementare le estrazioni petrolifere e di gas a largo delle coste siciliane, dando vita, insieme alla mortale ENI, al progetto “Offshore Ibleo”.

Il segnale dei pescatori licatesi è uno ed è chiaro: basta allo scempio perpetrato in nostro danno. Licata e la Sicilia dicono basta ad attività economiche che generano lucro per poco e disastri per molti. Basta alle bugie.