È
di pochi giorni fa la notizia che ENI, nell’ambito del progetto
offshore
ibleo,
ha indetto un bando per l’avvio del lavori presso la base logistica
di Porto Empedocle per supportare lo sfruttamento del campo gas
Cassiopea, le opere relative al quale potrebbero partire tra qualche
mese.
La
presenza di Greenpeace a Licata, giorno 30 maggio, sarà l’occasione
per rilanciare il percorso comune di contrasto alla realizzazione di
un progetto che abbiamo sempre avversato, anche per via della mancata
valutazione degli scenari di rischio legati a possibili incidenti
rilevanti.
L’incontro,
che si volgerà alle 16:30 presso il Palazzo di Città di Licata, è
aperto a tutti e si svolgerà con formula assembleare e costituirà
un’opportunità a disposizione di sindaci e presidenti dei consigli
comunali dell’area, anche di quei comuni che, finora, hanno
ignorato la richiesta di adesione alla formazione di una conferenza
istituzionale permanente di contrasto ai progetti di trivellazione,
già inviata loro dal Comune di Licata lo scorso anno.
La
mobilitazione che, ormari da diversi anni, si registra a Licata
contro le trivelle e il clima apertamente ostile della nostra
comunità, ha spinto ENI a rinunciare alla costruzione della
piattaforma Prezioso
K
e a spostare la base logistica dei lavori in altro territorio.
Ma
questo non basta e il problema, in tutta evidenza, non riguarda solo
Licata, ma tutti i comuni della fascia costiera meridionale della
Sicilia.
Dopo
decenni in cui hanno prodotto inquinamento e saccheggiato le
ricchezze naturali, a discapito delle reali vocazioni economiche
dell’area, i petrolieri vorrebbero continuare a speculare sui
territori, esponendo le comunità a rischi rispetto ai quali,
oltretutto, non forniscono alcuna informazione.
Invitiamo
i comuni cittadini e le istituzioni locali interessate a essere
presenti a Licata giovedì 30 maggio, insieme ai parlamentari,
regionali e nazionali, che hanno sottoscritto l’appello lanciato
nel corso della manifestazione del 12 gennaio scorso.
Terminate
le elezioni e, speriamo, i tempi dei proclami, è ora che i politici,
soprattutto quelli locali, tornino concretamente a interessarsi a una
problematica che riguarda da vicino l’incolumità delle comunità
amministrate, la salvaguardia del mare, dell’economia locale e la
dignità dei territori.
Di
seguito i Comuni già invitati a dar vita alla Conferenza contro le
trivelle: Acate, Agrigento, Butera, Caltanissetta, Camastra,
Campobello di Licata, Delia, Gela, Mazzarino, Menfi, Naro, Palma di
Montechiaro, Porto Empedocle, Ragusa, Ravanusa, Realmonte, Riesi,
Santa Croce Camerina, Sciacca, Scicli, Siculiana, Sommatino.