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giovedì 11 febbraio 2016

Comunicato stampa del 11/02/2016


In merito alle reazioni seguite al nostro comunicato, sentiamo l'esigenza di fare qualche precisazione.

Siamo sorpresi dalla prontezza con la quale il sindaco Cambiano si è affrettato a rilasciare dichiarazioni alla stampa per attaccare un Comitato di cittadini, prontezza, veemenza, ardore che, dal giorno del suo insediamento, abbiamo inutilmente sperato avesse nel prendere una posizione precisa, concreta e non ambigua nei confronti di ENI e dei suoi progetti di trivellazione.


Coscienti che il nemico principale fosse (e che, dal nostro punto di vista, continua a essere) la multinazionale ENI e che, pertanto, fosse poco utile per la causa, dare vita a lunghe polemiche sulla stampa, abbiamo rinunciato ad evidenziare pubblicamente il disagio che molti cittadini hanno rappresentato, in vari contesti, nel constatare l’assoluta inerzia del sindaco rispetto a una questione che a tutti i licatesi sta molto a cuore. E ciò perché eravamo convinti che, dinnanzi a un avversario potentissimo, la nostra comunità dovesse presentarsi unita in tutte le sue componenti, oltre ogni logica di appartenenza.

Se abbiamo deciso di cambiare atteggiamento, lo si deve a ciò che i cittadini, mamme, padri, studenti e lavoratori, hanno espresso nel corso dell’assemblea pubblica di sabato scorso: non rispettare gli impegni presi, dire una cosa e farne un’altra, prendere tempo e dare risposte vaghe, sono tutti comportamenti che, nell'ambito dei rapporti personali, denotano immaturità; quando però tali comportamenti sono tenuti da un rappresentante delle istituzioni, la faccenda assume ben altri connotati e sono sintomatici di una volontà politica ben precisa. Il sindaco, per lungo tempo è stato invitato a scegliere da che parte schierarsi: se dalla parte dei cittadini licatesi o da quella della premiata ditta Crocetta-Renzi-ENI. Il non scegliere, ormai è chiaro a tutti, è stata una scelta anch'essa, volta a favorire gli interessi di petrolieri e devastatori.
E' assai curioso notare l'effetto “defibrillatore” del nostro comunicato, che in due giorni è stato in grado di stimolare una reazione del sindaco, reazione che non era mai arrivata nel corso di quasi un anno. Lasciamo ad altri le polemiche ad personam, che certamente non abbiamo sollevato noi e che non sono in alcun modo deducibili dal testo che abbiamo diffuso. Tante sono le imprecisioni (se non mistificazioni) contenute nella risposta che Cambiano si è apprestato a dare, di getto, alla stampa locale. Facciamo un po’ di chiarezza per aiutarlo a fare ordine nella confusione che evidentemente non gli consente di analizzare i fatti con la lucidità che viene richiesta ad un amministratore pubblico.

Ribadendo quanto già contenuto nel nostro comunicato del 28/08/2014, nell’agosto dello stesso anno, sappiamo bene che Cambiano, in qualità di vicesindaco, è stato uno tra i firmatari di una delibera di Giunta senza alcun effetto pratico, nella quale veniva dichiarata l’adesione alle iniziative di Greenpeace. Greenpeace, invero, già da tempo aveva lanciato un appello a tutte le amministrazioni comunali affinché aderissero al ricorso amministrativo contro l’Off-shore ibleo. Un’amministrazione efficiente ed efficace avrebbe dovuto aderire a tale ricorso, introdotto oltre che da Greenpeace, anche dai Comuni limitrofi, dall’ANCI, dalle organizzazioni dei pescatori e da altre associazioni ambientaliste, fin dall'avvio dell’azione legale, cioè dal febbraio 2014. Di fatto, la Giunta di cui faceva parte, si è limitata a una generica dichiarazione di intenti, oltretutto solo dopo ripetute pressioni da parte del Comitato, che si costituì proprio in quei giorni avendo come primo obiettivo quello di spingere l’amministrazione ad attivarsi, e del mondo dell’associazionismo cittadino.

All’assemblea pubblica del 18 agosto 2014, l’Amministrazione comunale non era presente, e certamente non era rappresentata dal sig. Angelo Cambiano, sebbene ne fosse stata auspicata la presenza. Fu proprio in quel contesto che il Comitato ebbe a sottolineare all’allora Presidente del Consiglio Comunale Saverio Platamone e al Consigliere Alesci (loro sì presenti) la necessità di aderire al ricorso al TAR contro la VIA.

Solo a seguito del pronunciamento del Consiglio Comunale con delibera n. 111 del 02-09-2014, si è avuto il primo atto ufficiale da parte dell’Amministrazione che, a quel tempo era in regime di commissariamento: fu il dott. Dario Cartabelotta, sulla base dell’indirizzo del Consiglio Comunale, con la deliberazione in sostituzione della Giunta Municipale n. 98 del 08-09-2014, a dare mandato all’avv. Valentina Stefutti ad agire in ricorso amministrativo contro la VIA.

Successivamente, in occasione della visita della visita della Rainbow Warrior nella nostra città, nel corso del Consiglio Comunale n. 129 del 10-10-2014, aperto ai cittadini e alle associazioni, e i cui dettagli sono facilmente reperibili dalle notizie di stampa, Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia, sottolineava come lo sforzo dei comitati e delle associazioni presenti sui luoghi fosse stato fondamentale nell’attivare le amministrazioni, delle quali si contestava l’iniziale inattività.


Quando il sig. Sindaco Angelo Cambiano, sottolinea che “lo scrivente già nell’agosto 2014, nella qualità di Vice Sindaco in carica, e reggente dell’Amministrazione comunale in assenza del sindaco dimissionario, è stato il primo dei firmatari della deliberazione con la quale la Giunta Municipale ha ufficialmente aderito alle iniziative portate avanti da Greenpeace”, dimentica che i cittadini in forma singola o organizzata, già da tempo, richiamavano l’attenzione dell’Amministrazione Comunale sul progetto Off-Shore Ibleo, pressando per l’attivazione e, a fatica, sono riusciti a ottenere un delibera generica e generale, poi concretizzata solo grazie all'impegno del Consiglio Comunale e dai due Commissari Straordinari, i quali hanno assunto la responsabilità dell’azione amministrativa che, più correttamente, sarebbe stato lecito attendersi da un’Amministrazione ordinaria.

Poi, il silenzio più assordante, fatto di continui incontri saltati, anche dinnanzi a quaranta e più persone in attesa dinnanzi al portone del Palazzo di Città, di appuntamenti mai concessi, di risposte inviate sempre per interposta persona. L’ultimo in ordine di tempo (e forse più indecoroso) tra gli episodi poco edificanti di cui il signor sindaco si è reso protagonista riguarda la vicenda che lo ha visto assente volontario nell’incontro con i sindaci delle altre città costiere interessate dal progetto dell’Off-shore ibleo. Al netto delle modalità con cui è stata convocata la riunione, sul cui merito non vogliamo pronunciarci, alcuni rappresentanti del nostro Comitato erano presenti quando il delegato dal sindaco di Ragusa, il dott. Antonio Zanotto, assessore all’Ambiente di quel Comune, dopo aver atteso invano il Sindaco di Licata per più di due ore, ha deciso di andare via. Semplicemente imbarazzante. Tutto verificabile, chiedere al dott. Antonio Zanotto.

E allora sì che siamo sorpresi dall'attivismo mediatico di questi giorni, da parte del nostro Primo Cittadino. Siamo sorpresi perché per quasi un anno non ha mai fatto un intervento pubblico, ma ha deferito gli incontri, schivato il confronto se non costretto, evitato ogni esposizione mediatica sull'argomento. E siamo sorpresi dal fatto che invochi azioni legali... cosa che anche noi invochiamo da tempo, pensando però che destinatari dovessero essere i trivellatori e non gli antitrivellatori.

Veramente strumentale, poi, ci pare il tentativo di far apparire un nostro legittimo sospetto sulla trasparenza dell’attività amministrativa come un attacco ad personam, volto, secondo il nostro sindaco, a diffamare esponenti della sua Giunta. Il nostro comunicato, che nulla ha di diffamatorio, constata fatti e atti pubblici facilmente verificabili, che non ledono in alcun modo “l’altrui reputazione”. Vorremmo ricordare al sindaco, più che alla “Giunta amministratrice” alcune piccole regole del gioco chiamato "trasparenza amministrativa": in primis, è compito della PA rimuovere ogni circostanza che possa comportare un conflitto, anche potenziale, alla regolare attività degli organi amministrativi; in secondo luogo, ogni atto della PA deve essere motivato e pubblico, documentato in maniera da consentire l'accesso a tutti i cittadini. Le informazioni, che il sig. sindaco ritiene essere sfruttate per attacchi strumentali e personali, contenute nel comunicato, sono pubbliche e di ampia diffusione, giacché tutti i cittadini possono accedere ad internet e verificare, su portali pubblici quali Linkedln e ENI.it, le informazioni nient'affatto riservate sulle posizioni professionali. E non è strumentale se un cittadino, facendo uso della Trasparenza Amministrativa, si chieda come sia possibile che il dirigente ai LL. PP. abbia un rapporto di parentela con uno degli ingegneri legati a quella stessa società il cui progetto dovrebbe essere vagliato e, possibilmente, messo in discussione.

Al di là della pretestuosità e dei giri di parole, il sig. sindaco non ha ancora risposto a una semplice ed elementare domanda che, sappiamo, quasi sicuramente la stampa locale ometterà di citare: sapeva o non sapeva del “potenziale” conflitto d’interessi del capo dell’Ufficio Tecnico Comunale? Sì o no? Se la risposta è no, la questione prenderà la strada delle eventuali conseguenze disciplinari previste dalla normativa in vigore e sulle quali dovranno pronunciarsi le Autorità a ciò preposte. Se è sì, il signor sindaco avrà un grosso, grosso problema di cui dovrà rendere conto a tutta la cittadinanza.

Inoltre, per sua stessa ammissione, il sindaco ha precisato di aver avviato un'iterlocuzione con ENI. Come mai non ha ritenuto opportuno concordare una linea da rappresentare a nome di tutta la città? Di quali iniziative si è reso promotore? Esiste una trattativa? Come mai non ha sentito l'esigenza di rappresentare in Consiglio Comunale il contenuto di questa interlocuzione?

Infine, comunichiamo che a breve sarà convocata un'ulteriore assemblea pubblica nel corso della quale saranno discussi i chiarimenti che il sig. sindaco vorrà fornire e dove saranno concordate nuove azioni da intraprendere per cercare di portare a compimento l'unica cosa che ci interessa: il blocco delle trivelle.

domenica 7 febbraio 2016

Comunicato stampa del 07/02/2016

Ieri, 6 febbraio 2016, si è svolta un’animata assemblea pubblica del comitato popolare contro le trivelle, che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini.
È emersa l’indicazione di prendere una posizione pubblica sull'inerzia dell’amministrazione comunale, anche a seguito della scoperta di nuovi e gravi fatti. A differenza di qualche assessore che, almeno privatamente, ha offerto sostegno alla battaglia contro le trivellazioni, il sindaco di Licata non ha mai aperto bocca pubblicamente sulla questione. Dopo averlo più volte sollecitato, facendogli notare che un intervento era urgente e doveroso nell'interesse della comunità da lui amministrata, il comitato popolare contro le trivellazioni è costretto a chiedere al sindaco una posizione ufficiale.
Nel corso dell’incontro avuto con il primo cittadino nel mese di agosto, è stata evidenziata la necessità di informare adeguatamente la cittadinanza su tutti i progetti di estrazione e ricerca di gas e petrolio che interessano il territorio di Licata; è stato chiesto di presentare le osservazioni in opposizione a ciascuno di essi, anche sulla base della volontà espressa dal consiglio comunale e coerentemente con gli atti (ricorso, appello, ecc.) adottati durante la gestione commissariale dell’Ente. Inoltre è stata rappresentata l’importanza di dare un segnale simbolico, ma concreto, attraverso l’adozione di un’ordinanza sindacale al fine di interdire ogni opera legata ai progetti di trivellazione a mare. 
Nell'occasione, il sindaco ha individuato nell'ing. Vincenzo Ortega, dirigente del Dipartimento Urbanistica e LL.PP. del Comune di Licata, il referente per questo genere di questioni. Da allora, e per più di cinque mesi, solo silenzi e rinvii. Non si sono registrate osservazioni tecniche avverse ai progetti di Eni da parte del Comune di Licata. Soltanto a seguito della manifestazione del 9 gennaio, indetta dal Comitato, è stato possibile ottenere un altro incontro dove è stata accolta la proposta di indire una riunione a Licata tra i sindaci delle aree interessate dai progetti di trivellazione. Tuttavia, il giorno fissato (dallo stesso sindaco) per l’incontro, si è registrata proprio la sua assenza. 
Nonostante il verificarsi di una situazione di questo tipo, e di fronte alla totale mancanza di
interesse e di garbo istituzionale, si è rinunciato, per l’ennesima volta, a stigmatizzare il comportamento del sindaco per non dare spazio a polemiche e trovare insieme una soluzione allo spiacevolissimo episodio. Tuttavia, ad oggi, continua il silenzio.
Frattanto, si apprende che vi è da tempo un conflitto di interesse, quantomeno potenziale, sul quale i cittadini licatesi presenti all'assemblea di ieri hanno chiesto al comitato di intervenire pubblicamente. Si evince dalle informazioni (pubbliche) del suo profilo Linkedln che Angelo Ortega, figlio del dirigente Ortega, ha partecipato ad uno stage di tre mesi in Eni su “recupero degli idrocarburi nel sottosuolo” a cui è seguita, nel mese di dicembre 2015 l’assunzione come “Resevoir engineer” presso la stessa azienda. 
Al di là delle disposizioni normative che prescrivono l’astensione del dipendente pubblico, a fronte di qualsiasi posizione che possa, anche in astratto, pregiudicare il principio di imparzialità dell’azione amministrativa e l’obbligo del dipendente di segnalare il conflitto, anche solo potenziale, il sindaco, quando ha individuato come interlocutore il dirigente Ortega, era al corrente di questa situazione?

A questo punto rinvii e silenzi non sono più tollerabili. E’ necessario risolvere subito le questioni evidenziate, al di là degli aspetti morali ad esse sottese, perché occorre produrre atti amministrativi, elaborati tecnici ed azioni legali per contrastare gli ulteriori provvedimenti governativi che rendono sempre più imminente l’avvio delle trivellazioni che devasterebbero irrimediabilmente il nostro mare.

venerdì 5 febbraio 2016

Convocazione assemblea pubblica 6 febbraio 2016


Comunicato stampa del 05/02/2016 

E' indetta per domani, sabato 6 febbraio, alle ore 18.45, presso l'oratorio della parrocchia di Sette Spade, corso F. Re Capriata 66, un'assemblea urgente del Comitato Popolare contro le trivelle di Licata, per discutere della posizione e delle iniziative da assumere, alla luce di nuovi e gravi fatti che saranno comunicati nel corso dell'incontro.

Si invitano tutti i cittadini a partecipare e a dare massima diffusione all'evento.

sabato 29 agosto 2015

Comunicato stampa del 29/08/2015 - Campagna d'agosto 2015

Il Comitato No Trivelle, nel corso di quest’estate, ha proseguito la sua attività di opposizione contro i progetti di trivellazione nel mare antistante la costa di Licata, mettendo in campo diverse iniziative. In particolare, sono stati esposti, in vari luoghi simbolo della città, striscioni con la scritta NO TRIVELLE: il comitato ha voluto in tal modo dare una rappresentazione anche visiva, secondo le modalità che gli sono proprie, al fatto che l’attenzione sul punto rimane alta e che la comunità licatese non accetta né accetterà compromessi.


Tali azioni rilanciano pubblicamente la stagione di lotta che porterà, nelle prossime settimane, alla convocazione di un’assemblea pubblica autorganizzata nel corso della quale saranno individuate, insieme a tutta la cittadinanza, le forme e le azioni da portare avanti per bloccare le trivelle.

Per riuscire a ottenere tale obiettivo, il Comitato continua a mantenere costanti e stretti rapporti con il coordinamento nazionale NO TRIV e con tutte le associazioni e i comitati territoriali di lotta della Sicilia che si battono per riaffermare i veri bisogni dei territori e contro la devastazione ambientale.


Rocca di San Nicola

Faro

Mollarella

martedì 23 dicembre 2014

Comunicato stampa del 23/12/2014 - resoconto mobilitazione regionale

La giornata di venerdì 19 dicembre ha visto, per la prima volta, tutti i comitati NO TRIVELLE della Sicilia coinvolti in molteplici iniziative nel quadro di una mobilitazione generale e unitaria. 
Mentre a Palermo si dava corso alla manifestazione dei sindaci con la partecipazione delle associazioni ambientaliste e di delegazioni dei movimenti NO TRIV, NO MUOS e per l’acqua pubblica, provenienti da tutta l'Isola, nelle città della Sicilia meridionale si sono svolti presidi e occupazioni delle aule consiliari. Nei comuni di Scicli, Niscemi, Caltagirone e Licata gli attivisti hanno esposto striscioni dai palazzi municipali per testimoniare l'unità di azione e il legame di solidarietà tra i territori.

La mobilitazione del 19 rappresenta l'atto di avvio di un percorso che mira a coinvolgere tutte le  realtà di lotta della Sicilia al fine di rappresentare ciò che le popolazioni esigono con sempre maggiore forza: il rifiuto delle politiche di falso sviluppo basate sullo sfruttamento delle fonti  fossili, della logica di speculazione e di devastazione ambientale e di ogni tipo di scelta imposta dall'alto.
Licata e la Sicilia devono pretendere le bonifiche dei siti inquinati, la valorizzazione del patrimonio ambientale e culturale e un piano energetico basato sulle energie rinnovabili.

In questo contesto, il Comitato di Licata, in prima fila e protagonista all'interno del movimento regionale, ha partecipato direttamente alle iniziative di mobilitazione, sia Palermo che a Licata, organizzando un presidio e un'occupazione simbolica.

Solleva, invece, non poche perplessità la “non-posizione” del nuovo commissario straordinario del Comune di Licata, dott.ssa Brandara, finora completamente assente dal dibattito sulla questione trivelle. E ancora più preoccupante è stata la mancata partecipazione alla manifestazione di Palermo, dove i sindaci siciliani si sono dati appuntamento per ribadire la posizione di contrarietà rispetto alle scelte dei governi nazionale e regionale in materia di estrazione di idrocarburi.
Ci auguriamo che quanto accaduto possa essere ascrivibile al novero delle condotte negligenti determinate da eccezionali cause di forza maggiore, poiché sarebbe alquanto spiacevole il dover constatare un'inversione di tendenza rispetto agli impegni assunti dal Consiglio Comunale e dall'Amministrazione nel corso della gestione commissariale del dott. Cartabellotta.

giovedì 18 dicembre 2014

Comunicato stampa del 18/12/2014 - Presidio al Palazzo di città

Domani, venerdì 19 dicembre, alle ore 15.30, si terrà un presidio presso il Palazzo di Città in piazza Progresso a Licata, per manifestare il dissenso nei confronti dei progetti di trivellazione già autorizzati e in corso di autorizzazione da parte dei governi nazionale e regionale, nell’ambito della mobilitazione regionale promossa dalla Rete Siciliana NO TRIV.
L’iniziativa si terrà in contemporanea alla manifestazione convocata a Palermo al palazzo della Presidenza della Regione, alla quale parteciperanno i sindaci siciliani, le associazioni ambientaliste, e a cui hanno dato l'adesione tutti i comitati NO TRIV della Sicilia, compreso il nostro che sarà presente con una propria delegazione.
Alla stessa ora e con le stesse modalità si terranno presìdi presso tutti i palazzi municipali delle città coinvolte, per sostenere l'iniziativa di Palermo e mostrare pubblicamente che i territori siciliani sono compatti e schierati contro  l'ennesimo e inaccettabile sopruso che si vorrebbe perpetrare nei confronti dell'ambiente e delle economie locali.

Il lavoro di raccordo portato avanti dal nostro Comitato in questi mesi ha contribuito a favorire la costituzione della rete regionale di tutti i comitati e le associazioni che si battono contro i progetti di sviluppo fossile. All'interno della rete sono rappresentati moltissime città sia della costa meridionale che di quella ionica della Sicilia, da Sciacca a Ragusa, da Portopalo di Capo PasseroCatania.
L'importanza di agire di concerto con tutti gli altri territori coinvolti è del tutto evidente, ed è fondamentale soprattutto per noi licatesi che subiremmo, da subito e più degli altri, gli effetti nefasti della presenza delle trivelle e delle opere a esse correlate.

Si invita pertanto la cittadinanza a partecipare.

martedì 16 dicembre 2014

Comunicato stampadella rete regionale NO TRIV - mobilitazione del 19/12/2014


Giornata di mobilitazione contro le trivelle il 19 dicembre in tutta la Sicilia

I comitati e le associazioni della Rete Regionale No Triv hanno organizzato una serie di iniziative che si svolgeranno in contemporanea a Palermo e nelle città dell'Isola che sarebbero maggiormente colpite dalle conseguenze delle attività di trivellazione (tra le quali Licata, Scicli, Noto, Siracusa). A Palermo la Rete No Triv parteciperà con delegazioni provenienti da tutta l’Isola al presidio organizzato dall'ANCI Sicilia davanti a Palazzo d'Orleans, a partire dalle 15.30.

I Siciliani sono in fermento, le popolazioni locali hanno dato vita a numerosi comitati spontanei e altre realtà organizzate stanno nascendo in tutta l'Isola contro le politiche legate alle energie fossili.

Comitati e associazioni, collegati attraverso la Rete Regionale No Triv, stanno
portando avanti, insieme e fino in fondo, la battaglia contro le attività di ricerca e coltivazione, on-shore e off-shore, di idrocarburi liquidi e gassosi, nonché contro le nocività causate dalle industrie di raffinazione.

Le istanze dei territori, in opposizione alle politiche fossili e di falso sviluppo dei governi di Rosario Crocetta, Matteo Renzi e dei loro predecessori, sono ferme e non negoziabili: blocco immediato del progetto “Off-shore Ibleo”, avvio del risanamento sei territori devastati dalle raffinerie, impugnazione, presso la Corte Costituzionale, dell'articolo 38 della legge ex-decreto Sblocca Italia entro il 10 gennaio 2015.

lunedì 1 dicembre 2014

Comunicato stampa del 02/12/2014 - Presidio presso l'Assemblea Regionale



Una delegazione del Comitato di Licata parteciperà, oggi alle ore 16, al presidio presso Palazzo dei Normanni a Palermo, in concomitanza dell'intervento con il quale il presidente Crocetta riferirà all'Assemblea Regionale Siciliana in merito alle “attività di trivellazione nel territorio regionale”.
Lo scopo dell'iniziativa, della quale il Comitato di Licata è uno dei promotori, e a cui saranno presenti i rappresentanti dei comitati contro le trivellazioni, le raffinerie e il MUOS di tutta la Sicilia, è quello di evidenziare come il fronte contrario agli scempi ambientali sia sempre più ampio e organizzato, e di ribadire che le popolazioni dei  territori interessati non intendono fare alcun passo indietro e che, anzi, sono sempre più determinate a opporsi alle politiche di devastazione e sfruttamento portate avanti dai petrolieri e dai loro complici istituzionali.

martedì 18 novembre 2014

Comunicato stampa del 18/11/2014


L'assemblea di sabato ha rilanciato con forza il movimento contro le trivelle. La partecipazione convinta, attiva e propositiva, delle varie componenti sociali della città ha consentito di definire una strategia comune per le iniziative che verranno intraprese da qui a breve.

La limitata quantità degli idrocarburi estraibili, una ricaduta occupazionale addirittura negativa per i danni arrecati a pesca e turismo, e i rischi, non valutati dalla VIA, connessi a potenziali incidenti rilevanti, hanno costituito il punto di partenza per una discussione che ha toccato molti temi, tra i quali la mancanza di una reale strategia, non solo energetica, per lo sviluppo del territorio.

Tra i vari interventi, la rappresentanza del Comitato di Gela ha evidenziato come l'accordo sullo stabilimento, sottoscritto il 6 novembre al MISE tra ENI e sindacati, sia stato male accolto da molti lavoratori della raffineria e da buona parte della popolazione. L'investimento promesso, infatti, è sostanzialmente legato alle trivellazioni (per il 75%) e tale circostanza non fornisce sufficienti garanzie occupazionali. Inoltre non sono previsti i necessari investimenti per le attività di bonifica e risanamento.

Ulteriori interventi hanno posto l'attenzione sulla rilevanza del patrimonio archeologico sommerso e sul fatto che un aumento della quantità di ritrovamenti, possibile anche con la collaborazione della marineria, potrebbe rendere evidente all'opinione pubblica mondiale quale scempio si stia per perpetrare nei confronti di un mare che contiene tracce storiche di valore inestimabile.

La comunità dei pescatori ha rimarcato come le trivelle rappresentino una minaccia potenzialmente devastante per la sopravvivenza del comparto. Già la sola realizzazione del gasdotto, infatti, impedirebbe il passaggio delle imbarcazioni. La progressiva scomparsa dei banchi di Posidonia nel tratto tra Licata e Gela e le morie di pesci verificatesi, costituiscono uno degli effetti delle nocività prodotte dalle modalità con cui ENI ha gestito i processi industriali di estrazione e raffinazione.

La convergenza tra i diversi territori, tra i lavoratori dei vari comparti, tra ambientalisti e singoli cittadini preoccupati dall'impatto sociale ed economico delle trivellazioni, ha costituito, per l'assemblea, un punto fermo e irrinunciabile, così da ritenere indispensabile continuare nel percorso di aggregazione intrapreso. Da questo punto di vista risulta essenziale l'interconnessione con le altre lotte territoriali, a partire da quella No MUOS, ma anche NO TAV, contro le raffinerie inquinanti, e con tutta la rete di realtà di lotta che possano consentire una condivisione della rivendicazione locale a livello nazionale.

Sono state, infine, approvate una serie di proposte operative sulle prossime attività. In particolare, sarà avviata una campagna per la sensibilizzazione e il coinvolgimento diretto degli operatori della ristorazione e del turismo. A tal fine si è convenuto di contattare singolarmente tutte le realtà che operano in città per condividere obiettivi e iniziative. Si è inoltre concordata l’elaborazione di una piattaforma per il rilancio del territorio, nella convinzione che debba essere colta l'occasione della mobilitazione contro le trivelle per esprimere, tutti insieme e dal basso, i reali bisogni dalla comunità, basati su un’idea alternativa di sviluppo. In ultimo, è stata deliberata l’adesione all’iniziativa di mobilitazione regionale in via di definizione.

Con l'occasione, e a rischio di apparire inutilmente ridondanti, si ribadisce che il Comitato No Trivelle di Licata è apartitico e distante da qualsivoglia logica elettoralistica. Per partecipare occorre un impegno individuale e, pertanto, in nessun caso potrà essere accettata l’adesione di partiti o liste elettorali.

giovedì 13 novembre 2014

Comunicato stampa del 13/11/2014



Sabato 15 novembre alle ore 10, a Licata, presso il mercato ittico di Marianello, avrà luogo la seconda assemblea popolare contro i progetti di trivellazione nel Canale di Sicilia finalizzati all’estrazione di gas e petrolio.

Ricordiamo ancora una volta che i progetti interessano direttamente il territorio di Licata, in quanto le trivelle e le infrastrutture correlate verrebbero posizionate nel mare antistante la nostra costa.

Riteniamo, pertanto, che tutta la comunità debba essere coinvolta nella battaglia, al fine di impedire danni devastanti alle attività della pesca e del turismo e per ribadire il diritto a uno sviluppo reale e sostenibile.

Invitiamo i pescatori, gli studenti, le associazioni e tutti i cittadini a partecipare all’iniziativa per discutere del problema e organizzare le prossime azioni di lotta.

venerdì 7 novembre 2014

Comunicato stampa del 07/11/2014

Sabato 8 novembre si terrà a Licata un incontro tra i comitati siciliani contro le trivellazioni per discutere dello stato della lotta e per programmare iniziative e azioni coordinate tra tutti i territori coinvolti. All'incontro hanno già dato la loro adesione, oltre, naturalmente, al Comitato di Licata, i comitati di Scicli, Palma di Montechiaro, Sciacca, Catania e del Belice, i No MUOS di Niscemi e il comitato "Bonifichiamoci - No ENI" di Gela.

In merito alla manifestazione del Movimento 5 Stelle di domenica prossima, si coglie l'occasione per esprimere la propria soddisfazione nel constatare che, a seguito del lavoro svolto dal Comitato in questi mesi, anche le forze politiche della nostra città stiano rappresentando la propria contrarietà ai progetti di trivellazione.

Il Comitato No Triv di Licata (che, si precisa, non è in alcun modo coinvolto nell'organizzazione della manifestazione di partito di giorno 9) auspica che, molto più utilmente, i politici tutti si adoperino per attuare un'opposizione concreta, radicale e intransigente nelle opportune sedi istituzionali.

lunedì 27 ottobre 2014

Comunicato stampa del 26/10/2014

Si è svolto, nella giornata di ieri, presso la sede di A testa alta, il primo di una serie di incontri tra il Comitato e le realtà associative di Licata.

Alla riunione hanno preso parte i rappresentanti dell'Associazione Archeologica Finziade, della Lega Navale Italiana, del Centro Italiano Femminile, dell'Associazione Archeologica Licatese, del Comitato No Triv di Palma, esponenti della marineria di Licata e singoli cittadini, oltre a diversi soci di Federconsumatori e di A testa alta, associazioni, queste ultime, già aderenti al Comitato No Triv di Licata.

Nel corso della discussione è emersa la generale volontà di avviare una campagna congiunta e capillare di sensibilizzazione della popolazione sui rischi derivanti dalla realizzazione del progetto Offshore Ibleo e di tutte le attività di ricerca, prospezione e coltivazione, finalizzate allo sfruttamento delle fonti fossili nel Canale di Sicilia.

I presenti hanno manifestato la necessità di una ferma opposizione alle trivellazioni, sia per gli effetti nefasti che queste avrebbero sull'economia locale, sia per le modalità attraverso le quali la politica nazionale e regionale ha imposto le proprie scelte, mortificando le prospettive di sviluppo del territorio.

Alla controffensiva mediatica dei petrolieri che, con promesse illusorie di futuri nuovi posti di lavoro, tentano come al solito di comprare l'assenso dell'opinione pubblica, si è deciso di rispondere con iniziative di forte impatto con il coinvolgimento generalizzato dei cittadini e dei movimenti territoriali di tutta la costa meridionale della Sicilia.

E' stato quindi concordato di fissare la prossima assemblea popolare per la mattina di sabato 15 novembre alle ore 10, presso il nuovo mercato ittico della banchina di Marianello.

In vista di tale appuntamento, il Comitato continuerà l'attività di informazione già avviata, organizzando incontri di approfondimento con le associazioni e le organizzazioni del territorio.

lunedì 20 ottobre 2014

Comunicato stampa del 20/10/2014

Al fine di rappresentare alla cittadinanza tutta lo stato della lotta contro le trivellazioni e favorire ancora un maggiore coinvolgimento della popolazione, preannunciamo la convocazione a breve di un'assemblea pubblica, nella data e nel luogo che verranno comunicati successivamente.

In preparazione dell'assemblea, dando seguito agli impegni presi nel corso dell'incontro tenutosi sulla Rainbow Warrior, rinnoviamo la nostra disponibilità a partecipare a incontri presso le sedi di associazioni e comitati che ne faranno richiesta, per sviluppare il tema e fornire maggiori dettagli sul problema.

Prendiamo atto, intanto, che le iniziative messe in campo in questi mesi, fino al coinvolgimento diretto di Greenpeace (che, come noto, ha fatto visita alla nostra città attraverso la sua nave ammiraglia), hanno prodotto un interesse diffuso sull'argomento delle trivellazioni nel Canale di Sicilia e che, come da noi auspicato, diverse soggettività associative e politiche hanno finalmente iniziato a discutere del problema.

Ribadiamo la ferma convinzione che la popolazione di Licata, nelle sue diverse componenti, sia perfettamente in grado di autodeterminarsi. L'unica via per riuscire a vincere la battaglia contro ENI e i petrolieri, infatti, è quella dell'assunzione diretta di responsabilità da parte dei cittadini e del conseguente rifiuto della delega a quei politici, leader e capipopolo di vario genere che si autocandidano a rappresentarli.

Riteniamo, infine, che le forze politiche che si dichiarano sensibili al problema non debbano limitarsi a passerelle e convegni di circostanza ma essere conseguenti e agire, per quanto di loro competenza, opponendosi a TUTTI i progetti di svendita del territorio e del mare nei modi opportuni e nelle adatte sedi istituzionali.

mercoledì 15 ottobre 2014

Comunicato stampa del 15/10/2014

Alle prime luci del giorno alcuni pescatori  della marineria di Licata, con le proprie imbarcazioni hanno raggiunto e portato il loro “saluto” alla piattafoma petrolifera “Prezioso”, occupata dall'alba di ieri dagli attivisti della Rainbow Warrior di Greenpeace, per portare solidarietà e sostegno all'azione in corso.

L'iniziativa dei pescatori licatesi apre una prospettiva di lotta che ha pochi precedenti nella storia recente della nostra città: il popolo di Licata, attraverso la sua categoria più rappresentativa, è parte attiva in un conflitto aperto contro sciagurate scelte economiche e ambientali operate dall'alto che, com'è ormai prassi, vengono prese castrando ogni legittima aspettativa di sviluppo delle comunità locali.
E c'è molto di più: per una volta, forse la prima dopo tantissimo tempo, la marineria si presenta compatta, determinata e consapevole della propria capacità di azione, e in grado di operare scelte senza la mediazione e il benestare dei caporaletti inviati dai politicanti al solo scopo di dividere e imperare.
Senza mezzi termini occorre dire che nei confronti di Greenpeace e della Rainbow Warrior avremo per sempre un debito di riconoscenza: al di là della portata del messaggio, per la spinta propulsiva che sono stati in grado di dare e, in ultima analisi, per la capacità di far deflagare un'opposizione convinta e radicale ai progetti di trivellazione.

Tutto quello che è avvenuto in questi ultimi intensissimi giorni, ci rende ancora più convinti di aver intrapreso fin da subito la strada giusta, l'unica percorribile: non accettare alcuna mediazione politica a livello istituzionale e costruire una lotta di resistenza e difesa del territorio dal basso, coinvolgendo e animando la popolazione.

La Sicilia, lo sappiamo, è una terra ricca anche di risorse minerarie,  la cui estrazione comporta sempre la genesi di disastri ambientali di dimensioni incalcolabili, con conseguenze devastanti sulla salute dei cittadini.

In Sicilia già esistono diversi impianti estrattivi e centrali di raffinamento, quali quelle di Milazzo, Priolo e Gela. Centrali che hanno distrutto l'ambiente circostante e che appestano i territori con il loro fetore industriale. Centri di produzione che hanno avvelenato le risorse naturali e che hanno avuto conseguenze devastanti sulla salute delle persone che vi vivono vicine.

In questo scenario orrendo, il duo Renzi-Crocetta, ha pensato bene di incrementare le estrazioni petrolifere e di gas a largo delle coste siciliane, dando vita, insieme alla mortale ENI, al progetto “Offshore Ibleo”.

Il segnale dei pescatori licatesi è uno ed è chiaro: basta allo scempio perpetrato in nostro danno. Licata e la Sicilia dicono basta ad attività economiche che generano lucro per poco e disastri per molti. Basta alle bugie.

giovedì 28 agosto 2014

Comunicato stampa del 28/08/2014

Il Comitato No Triv di Licata continua a tenere alto il livello di attenzione sulla vertenza che lo vede presente e attivo in prima linea contro le trivellazioni e, nell’informare i cittadini circa gli ultimi sviluppi, intende far chiarezza in merito ad alcuni punti cruciali relativi al progetto Offshore Ibleo e all’atteggiamento tenuto dai vari soggetti coinvolti nella vicenda.

Il Comune di Licata è a conoscenza da tempo dell’avvio della procedura di valutazione di impatto ambientale e tale circostanza è provata chiaramente dall’avviso pubblicato su “La Repubblica” e “Il Giornale di Sicilia” del 30 aprile 2013 dove si dichiara che “il progetto definitivo, lo studio di impatto ambientale e la sintesi non tecnica sono depositati per la pubblica consultazione presso […] il Comune di Licata”.

Con il D.M. 149 del 27/05/2014, il Ministero dell’Ambiente ha decretato la compatibilità ambientale, con prescrizioni, relativamente al progetto “Offshore Ibleo – Campi Gas Argo e Cassiopea” collegato all’istanza di concessione di coltivazione di gas metano “d3G.C-AG”, presentata da ENI Spa. Tale provvedimento è stato, come previsto dalla legge, trasmesso per opportuna conoscenza al Comune di Licata.

Greenpeace, che già nel 2012 aveva avviato la campagna “U mari un si spirtusa” con un tour in Sicilia per denunciare il pericolo derivante dalle attività di perforazione nel Mediterraneo, nel corso di un convegno a Palermo, giorno 5 luglio scorso, nell’ambito dell’iniziativa “Non è un paese per fossili”, ha lanciato un appello ai Comuni a unirsi al ricorso che la stessa associazione stava presentando al TAR, al fine di bloccare l’avvio del progetto delle trivellazioni nel Canale di Sicilia, appello che è stato accolto dall’ANCI Sicilia che, per voce del suo presidente, Leoluca Orlando, ha invitato le amministrazioni direttamente interessate, Licata in primis, ad aderire all’iniziativa legale.

L’Amministrazione uscente, evidentemente, non ha ritenuto la questione sufficientemente importante e solo a fine luglio scorso, quando ormai i tempi tecnici per la presentazione di un proprio autonomo ricorso erano ormai divenuti impossibili da rispettare, dopo le insistenti sollecitazioni dei cittadini, con Federconsumatori in testa, ha espresso una posizione di assenso ”verbale” all’iniziativa di Greenpeace.

La vicenda, almeno dal punto di vista mediatico, è tornata nel dimenticatoio, complici le vicissitudini politico/giudiziarie che hanno portato alle dimissioni del sindaco e i relativi strascichi. 

Solo a seguito delle proteste del Comitato, che lamentava l’assenza di azioni concrete da parte del Comune, il vicesindaco Cambiano dichiarava che quanto sostenuto dal Comitato non corrispondesse al vero. Secondo Cambiano, infatti, l’Amministrazione con la delibera di giunta 136 del 11 agosto c.a. avrebbe mantenuto gli impegni con i cittadini, aderendo alla campagna di Greenpeace.

Il Comitato ha immediatamente preso atto di quanto dichiarato, verificando però che nella delibera di cui sopra non veniva predisposta alcuna iniziativa legale. Né, sul sito internet istituzionale, sono presenti ulteriori atti che certifichino la presentazione del ricorso al TAR. Da un punto di vista sostanziale, dunque, al di là della “richiesta di intervento” inoltrata al Governo nazionale, che di fatto è un’adesione di principio senza alcuna conseguenza pratica, nessuna iniziativa legale è stata intrapresa, in contrasto sia con quanto espressamente richiesto da Greenpeace, che con il pressante invito rivolto all’Amministrazione comunale dall’ANCI Sicilia.

Nel corso dell’assemblea pubblica del Comitato, svoltasi giorno 22 in piazza Sant’Angelo è intervenuto, a titolo personale, il Presidente del Consiglio Comunale, Saverio Platamone, il quale, sollecitato dai cittadini, si è personalmente impegnato a fare chiarezza sulla vicenda e a incontrare il Commissario straordinario del Comune di Licata, dott. Cartabellotta, per l’adozione immediata del ricorso amministrativo avverso il Decreto di autorizzazione della VIA relativo alle progetto Offshore Ibleo.
Da subito l’assemblea si è mostrata ferma nel ribadire che le istituzioni debbano adottare in prima facie tutti gli accorgimenti e gli strumenti a loro concessi per bloccare la realizzazione di un progetto assolutamente inutile e dannoso per la nostra comunità. Nello specifico, l’assemblea ha palesato il proprio fermo interesse a voler verificare che l’iniziativa istituzionale venga adottata in tempi brevi e portata a conclusione senza essere ulteriormente procrastinata.

Nella giornata del 26, l’incontro si è effettivamente svolto, e il presidente Platamone, contattato dal Comitato, ha comunicato l’esito del confronto con il dott. Cartabellotta, specificando che la vicenda del ricorso dovrebbe risolversi in senso positivo attraverso due ulteriori passaggi formali: la votazione in Consiglio comunale, martedì prossimo, della proposta di adesione al ricorso legale proposto da Greenpeace e la successiva presa d’atto del Commissario, nella giornata di mercoledì, con il seguito di competenza per il conferimento d’incarico al legale designato.

La questione delle trivellazioni nel nostro mare sta assumendo proporzioni sempre più preoccupanti, dal momento che oltre al progetto Offshore Ibleo, è stato avviato l’iter autorizzativo per ulteriori attività di perforazione ai fini esplorativi e di produzione.

In data 2 luglio, è stata pubblicata, infatti, la comunicazione dell’avvio della procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale del pozzo esplorativo “Lince 1” nell’ambito del permesso di ricerca “G.R13.AG” presentato da ENI Spa. Lo scopo è quello di individuare in mare nuovi giacimenti di gas potenzialmente sfruttabili. Per tale attività sono previsti: il posizionamento dell’impianto di perforazione e la perforazione del pozzo esplorativo “Lince 1” a 13 miglia nautiche di distanza, cioè a 24 chilometri a sud della costa di Licata ed eventuali prove di produzione.

Come se non bastasse, in data 30 luglio, è stata pubblicata la comunicazione dell’avvio della procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale del progetto “intervento d’indagine geofisica 3D regionale nell’area dell’istanza di permesso di prospezione in mare denominata d1 G.P.-SC” presentato dalla società Schlumberger italiana Spa. Il progetto ricade nella zona marina G il cui lato più vicino alla costa siciliana ricade a 28 miglia nautiche da Licata. 

In entrambi i casi, come da norma di legge, i progetti, gli studi d’impatto ambientale e le sintesi non tecniche sono stati depositati presso il Comune di Licata, peccato che da Palazzo di Città non si sia levata una sola voce per denunciare quanto stava e sta accadendo.

Il Comitato nell’evidenziare ancora una volta la grave minaccia rappresentata dalle trivellazioni per il mare e quindi per l’economia del nostro territorio, denuncia con forza sia l’atteggiamento di asservimento della classe politica nazionale e regionale agli interessi dei petrolieri, sia il silenzio complice, con alcune sporadiche eccezioni, della politica locale.

Il Comitato ritiene, in questa fase, di fondamentale importanza le determinazioni del Consiglio Comunale in merito ai progetti di perforazione autorizzati e in fase di autorizzazione, e ribadisce il diritto a mettere in atto ogni utile iniziativa di lotta volta a tutelare l’ambiente e a garantire un futuro alla nostra comunità. 

Con l’occasione, si invitano i cittadini a visitare la pagina facebook “NoTriv Licata”e ad aderire al comitato inviando un messaggio di posta elettronica all’indirizzo notrivlicata@gmail.com

Licata 28/08/2014

giovedì 21 agosto 2014

Comunicato stampa 21/08/2014

Domenica 17 Agosto sono stati collocati sul ponte di via Mazzini alcuni striscioni per contestare il progetto denominato Offshore Ibleo con il quale l’ENI intende realizzare dei pozzi di coltivazione di gas e di esplorazione petrolifera a pochi chilometri a largo dalla costa di Licata.

La presenza stabile delle trivelle avrebbe effetti devastanti sull’ambiente e sulla già disastrata economia della nostra città, incidendo primariamente su settori trainanti quali pesca e turismo.

Il Comitato, che non si riconosce in alcuna aggregazione partitica, si pone come obiettivo quello di porre in essere ogni attività per contrastare e, infine, impedire la realizzazione di queste opere inutili e dannose.

Il Comitato ritiene inaccettabile che il futuro della nostra comunità sia determinato dalla volontà della multinazionale ENI con la connivenza delle istituzioni nazionali e regionali e, pertanto, intende opporsi alle trivellazioni attraverso azioni dirette di contrasto senza alcun livello di mediazione politica.

Il Comitato, nel prendere atto delle (tardive) dichiarazioni rilasciate dagli esponenti dell’Amministrazione comunale uscente in merito all’adesione al ricorso presentato da Greenpeace, ritiene che l’importanza della vicenda avrebbe meritato ben altra attenzione da parte della Giunta e del Consiglio comunale.

Nel sottolineare l’estrema gravità della situazione e la necessità di agire con immediatezza, il Comitato INVITA TUTTI I CITTADINI a partecipare all’assemblea pubblica che si terrà venerdì 22 agosto alle ore 18 in piazza Sant’Angelo.

Licata 21/08/2014