domenica 7 febbraio 2016

Comunicato stampa del 07/02/2016

Ieri, 6 febbraio 2016, si è svolta un’animata assemblea pubblica del comitato popolare contro le trivelle, che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini.
È emersa l’indicazione di prendere una posizione pubblica sull'inerzia dell’amministrazione comunale, anche a seguito della scoperta di nuovi e gravi fatti. A differenza di qualche assessore che, almeno privatamente, ha offerto sostegno alla battaglia contro le trivellazioni, il sindaco di Licata non ha mai aperto bocca pubblicamente sulla questione. Dopo averlo più volte sollecitato, facendogli notare che un intervento era urgente e doveroso nell'interesse della comunità da lui amministrata, il comitato popolare contro le trivellazioni è costretto a chiedere al sindaco una posizione ufficiale.
Nel corso dell’incontro avuto con il primo cittadino nel mese di agosto, è stata evidenziata la necessità di informare adeguatamente la cittadinanza su tutti i progetti di estrazione e ricerca di gas e petrolio che interessano il territorio di Licata; è stato chiesto di presentare le osservazioni in opposizione a ciascuno di essi, anche sulla base della volontà espressa dal consiglio comunale e coerentemente con gli atti (ricorso, appello, ecc.) adottati durante la gestione commissariale dell’Ente. Inoltre è stata rappresentata l’importanza di dare un segnale simbolico, ma concreto, attraverso l’adozione di un’ordinanza sindacale al fine di interdire ogni opera legata ai progetti di trivellazione a mare. 
Nell'occasione, il sindaco ha individuato nell'ing. Vincenzo Ortega, dirigente del Dipartimento Urbanistica e LL.PP. del Comune di Licata, il referente per questo genere di questioni. Da allora, e per più di cinque mesi, solo silenzi e rinvii. Non si sono registrate osservazioni tecniche avverse ai progetti di Eni da parte del Comune di Licata. Soltanto a seguito della manifestazione del 9 gennaio, indetta dal Comitato, è stato possibile ottenere un altro incontro dove è stata accolta la proposta di indire una riunione a Licata tra i sindaci delle aree interessate dai progetti di trivellazione. Tuttavia, il giorno fissato (dallo stesso sindaco) per l’incontro, si è registrata proprio la sua assenza. 
Nonostante il verificarsi di una situazione di questo tipo, e di fronte alla totale mancanza di
interesse e di garbo istituzionale, si è rinunciato, per l’ennesima volta, a stigmatizzare il comportamento del sindaco per non dare spazio a polemiche e trovare insieme una soluzione allo spiacevolissimo episodio. Tuttavia, ad oggi, continua il silenzio.
Frattanto, si apprende che vi è da tempo un conflitto di interesse, quantomeno potenziale, sul quale i cittadini licatesi presenti all'assemblea di ieri hanno chiesto al comitato di intervenire pubblicamente. Si evince dalle informazioni (pubbliche) del suo profilo Linkedln che Angelo Ortega, figlio del dirigente Ortega, ha partecipato ad uno stage di tre mesi in Eni su “recupero degli idrocarburi nel sottosuolo” a cui è seguita, nel mese di dicembre 2015 l’assunzione come “Resevoir engineer” presso la stessa azienda. 
Al di là delle disposizioni normative che prescrivono l’astensione del dipendente pubblico, a fronte di qualsiasi posizione che possa, anche in astratto, pregiudicare il principio di imparzialità dell’azione amministrativa e l’obbligo del dipendente di segnalare il conflitto, anche solo potenziale, il sindaco, quando ha individuato come interlocutore il dirigente Ortega, era al corrente di questa situazione?

A questo punto rinvii e silenzi non sono più tollerabili. E’ necessario risolvere subito le questioni evidenziate, al di là degli aspetti morali ad esse sottese, perché occorre produrre atti amministrativi, elaborati tecnici ed azioni legali per contrastare gli ulteriori provvedimenti governativi che rendono sempre più imminente l’avvio delle trivellazioni che devasterebbero irrimediabilmente il nostro mare.

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