giovedì 11 febbraio 2016

Comunicato stampa del 11/02/2016


In merito alle reazioni seguite al nostro comunicato, sentiamo l'esigenza di fare qualche precisazione.

Siamo sorpresi dalla prontezza con la quale il sindaco Cambiano si è affrettato a rilasciare dichiarazioni alla stampa per attaccare un Comitato di cittadini, prontezza, veemenza, ardore che, dal giorno del suo insediamento, abbiamo inutilmente sperato avesse nel prendere una posizione precisa, concreta e non ambigua nei confronti di ENI e dei suoi progetti di trivellazione.


Coscienti che il nemico principale fosse (e che, dal nostro punto di vista, continua a essere) la multinazionale ENI e che, pertanto, fosse poco utile per la causa, dare vita a lunghe polemiche sulla stampa, abbiamo rinunciato ad evidenziare pubblicamente il disagio che molti cittadini hanno rappresentato, in vari contesti, nel constatare l’assoluta inerzia del sindaco rispetto a una questione che a tutti i licatesi sta molto a cuore. E ciò perché eravamo convinti che, dinnanzi a un avversario potentissimo, la nostra comunità dovesse presentarsi unita in tutte le sue componenti, oltre ogni logica di appartenenza.

Se abbiamo deciso di cambiare atteggiamento, lo si deve a ciò che i cittadini, mamme, padri, studenti e lavoratori, hanno espresso nel corso dell’assemblea pubblica di sabato scorso: non rispettare gli impegni presi, dire una cosa e farne un’altra, prendere tempo e dare risposte vaghe, sono tutti comportamenti che, nell'ambito dei rapporti personali, denotano immaturità; quando però tali comportamenti sono tenuti da un rappresentante delle istituzioni, la faccenda assume ben altri connotati e sono sintomatici di una volontà politica ben precisa. Il sindaco, per lungo tempo è stato invitato a scegliere da che parte schierarsi: se dalla parte dei cittadini licatesi o da quella della premiata ditta Crocetta-Renzi-ENI. Il non scegliere, ormai è chiaro a tutti, è stata una scelta anch'essa, volta a favorire gli interessi di petrolieri e devastatori.
E' assai curioso notare l'effetto “defibrillatore” del nostro comunicato, che in due giorni è stato in grado di stimolare una reazione del sindaco, reazione che non era mai arrivata nel corso di quasi un anno. Lasciamo ad altri le polemiche ad personam, che certamente non abbiamo sollevato noi e che non sono in alcun modo deducibili dal testo che abbiamo diffuso. Tante sono le imprecisioni (se non mistificazioni) contenute nella risposta che Cambiano si è apprestato a dare, di getto, alla stampa locale. Facciamo un po’ di chiarezza per aiutarlo a fare ordine nella confusione che evidentemente non gli consente di analizzare i fatti con la lucidità che viene richiesta ad un amministratore pubblico.

Ribadendo quanto già contenuto nel nostro comunicato del 28/08/2014, nell’agosto dello stesso anno, sappiamo bene che Cambiano, in qualità di vicesindaco, è stato uno tra i firmatari di una delibera di Giunta senza alcun effetto pratico, nella quale veniva dichiarata l’adesione alle iniziative di Greenpeace. Greenpeace, invero, già da tempo aveva lanciato un appello a tutte le amministrazioni comunali affinché aderissero al ricorso amministrativo contro l’Off-shore ibleo. Un’amministrazione efficiente ed efficace avrebbe dovuto aderire a tale ricorso, introdotto oltre che da Greenpeace, anche dai Comuni limitrofi, dall’ANCI, dalle organizzazioni dei pescatori e da altre associazioni ambientaliste, fin dall'avvio dell’azione legale, cioè dal febbraio 2014. Di fatto, la Giunta di cui faceva parte, si è limitata a una generica dichiarazione di intenti, oltretutto solo dopo ripetute pressioni da parte del Comitato, che si costituì proprio in quei giorni avendo come primo obiettivo quello di spingere l’amministrazione ad attivarsi, e del mondo dell’associazionismo cittadino.

All’assemblea pubblica del 18 agosto 2014, l’Amministrazione comunale non era presente, e certamente non era rappresentata dal sig. Angelo Cambiano, sebbene ne fosse stata auspicata la presenza. Fu proprio in quel contesto che il Comitato ebbe a sottolineare all’allora Presidente del Consiglio Comunale Saverio Platamone e al Consigliere Alesci (loro sì presenti) la necessità di aderire al ricorso al TAR contro la VIA.

Solo a seguito del pronunciamento del Consiglio Comunale con delibera n. 111 del 02-09-2014, si è avuto il primo atto ufficiale da parte dell’Amministrazione che, a quel tempo era in regime di commissariamento: fu il dott. Dario Cartabelotta, sulla base dell’indirizzo del Consiglio Comunale, con la deliberazione in sostituzione della Giunta Municipale n. 98 del 08-09-2014, a dare mandato all’avv. Valentina Stefutti ad agire in ricorso amministrativo contro la VIA.

Successivamente, in occasione della visita della visita della Rainbow Warrior nella nostra città, nel corso del Consiglio Comunale n. 129 del 10-10-2014, aperto ai cittadini e alle associazioni, e i cui dettagli sono facilmente reperibili dalle notizie di stampa, Giorgia Monti, responsabile della campagna mare di Greenpeace Italia, sottolineava come lo sforzo dei comitati e delle associazioni presenti sui luoghi fosse stato fondamentale nell’attivare le amministrazioni, delle quali si contestava l’iniziale inattività.


Quando il sig. Sindaco Angelo Cambiano, sottolinea che “lo scrivente già nell’agosto 2014, nella qualità di Vice Sindaco in carica, e reggente dell’Amministrazione comunale in assenza del sindaco dimissionario, è stato il primo dei firmatari della deliberazione con la quale la Giunta Municipale ha ufficialmente aderito alle iniziative portate avanti da Greenpeace”, dimentica che i cittadini in forma singola o organizzata, già da tempo, richiamavano l’attenzione dell’Amministrazione Comunale sul progetto Off-Shore Ibleo, pressando per l’attivazione e, a fatica, sono riusciti a ottenere un delibera generica e generale, poi concretizzata solo grazie all'impegno del Consiglio Comunale e dai due Commissari Straordinari, i quali hanno assunto la responsabilità dell’azione amministrativa che, più correttamente, sarebbe stato lecito attendersi da un’Amministrazione ordinaria.

Poi, il silenzio più assordante, fatto di continui incontri saltati, anche dinnanzi a quaranta e più persone in attesa dinnanzi al portone del Palazzo di Città, di appuntamenti mai concessi, di risposte inviate sempre per interposta persona. L’ultimo in ordine di tempo (e forse più indecoroso) tra gli episodi poco edificanti di cui il signor sindaco si è reso protagonista riguarda la vicenda che lo ha visto assente volontario nell’incontro con i sindaci delle altre città costiere interessate dal progetto dell’Off-shore ibleo. Al netto delle modalità con cui è stata convocata la riunione, sul cui merito non vogliamo pronunciarci, alcuni rappresentanti del nostro Comitato erano presenti quando il delegato dal sindaco di Ragusa, il dott. Antonio Zanotto, assessore all’Ambiente di quel Comune, dopo aver atteso invano il Sindaco di Licata per più di due ore, ha deciso di andare via. Semplicemente imbarazzante. Tutto verificabile, chiedere al dott. Antonio Zanotto.

E allora sì che siamo sorpresi dall'attivismo mediatico di questi giorni, da parte del nostro Primo Cittadino. Siamo sorpresi perché per quasi un anno non ha mai fatto un intervento pubblico, ma ha deferito gli incontri, schivato il confronto se non costretto, evitato ogni esposizione mediatica sull'argomento. E siamo sorpresi dal fatto che invochi azioni legali... cosa che anche noi invochiamo da tempo, pensando però che destinatari dovessero essere i trivellatori e non gli antitrivellatori.

Veramente strumentale, poi, ci pare il tentativo di far apparire un nostro legittimo sospetto sulla trasparenza dell’attività amministrativa come un attacco ad personam, volto, secondo il nostro sindaco, a diffamare esponenti della sua Giunta. Il nostro comunicato, che nulla ha di diffamatorio, constata fatti e atti pubblici facilmente verificabili, che non ledono in alcun modo “l’altrui reputazione”. Vorremmo ricordare al sindaco, più che alla “Giunta amministratrice” alcune piccole regole del gioco chiamato "trasparenza amministrativa": in primis, è compito della PA rimuovere ogni circostanza che possa comportare un conflitto, anche potenziale, alla regolare attività degli organi amministrativi; in secondo luogo, ogni atto della PA deve essere motivato e pubblico, documentato in maniera da consentire l'accesso a tutti i cittadini. Le informazioni, che il sig. sindaco ritiene essere sfruttate per attacchi strumentali e personali, contenute nel comunicato, sono pubbliche e di ampia diffusione, giacché tutti i cittadini possono accedere ad internet e verificare, su portali pubblici quali Linkedln e ENI.it, le informazioni nient'affatto riservate sulle posizioni professionali. E non è strumentale se un cittadino, facendo uso della Trasparenza Amministrativa, si chieda come sia possibile che il dirigente ai LL. PP. abbia un rapporto di parentela con uno degli ingegneri legati a quella stessa società il cui progetto dovrebbe essere vagliato e, possibilmente, messo in discussione.

Al di là della pretestuosità e dei giri di parole, il sig. sindaco non ha ancora risposto a una semplice ed elementare domanda che, sappiamo, quasi sicuramente la stampa locale ometterà di citare: sapeva o non sapeva del “potenziale” conflitto d’interessi del capo dell’Ufficio Tecnico Comunale? Sì o no? Se la risposta è no, la questione prenderà la strada delle eventuali conseguenze disciplinari previste dalla normativa in vigore e sulle quali dovranno pronunciarsi le Autorità a ciò preposte. Se è sì, il signor sindaco avrà un grosso, grosso problema di cui dovrà rendere conto a tutta la cittadinanza.

Inoltre, per sua stessa ammissione, il sindaco ha precisato di aver avviato un'iterlocuzione con ENI. Come mai non ha ritenuto opportuno concordare una linea da rappresentare a nome di tutta la città? Di quali iniziative si è reso promotore? Esiste una trattativa? Come mai non ha sentito l'esigenza di rappresentare in Consiglio Comunale il contenuto di questa interlocuzione?

Infine, comunichiamo che a breve sarà convocata un'ulteriore assemblea pubblica nel corso della quale saranno discussi i chiarimenti che il sig. sindaco vorrà fornire e dove saranno concordate nuove azioni da intraprendere per cercare di portare a compimento l'unica cosa che ci interessa: il blocco delle trivelle.

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