Ancora una volta politici e sindacati padronali uniti contro le popolazioni, vogliono affossare le legittime aspettative di autoderminazione dei territori.
Nel loro disegno, l'ENI non è controparte, ma socio d'affari: dietro il solito gioco delle parti si cela l'accordo per la svendita del territorio attraverso il ricatto occupazionale. Le dichiarazioni del segretario nazionale dell’UGL
Chimici, Luigi Ulgiati, al termine del tavolo di ieri al Ministero dell Sviluppo Economico sul
futuro della raffineria di Gela, sono assai significative.
“I punti principali su cui lavorare riguarderanno la salvaguardia dei livelli occupazionali diretti e dell’indotto, la riqualificazione dell’area industriale di Gela e del territorio, il sostegno ambientale, la verifica dell’orientamento del piano Eni alla Green Refinery, e l’accelerazione dei processi autorizzativi sulle attivita’ di upstream e downstream”
Al di là delle chiacchiere, la promessa del mantenimento dei livelli occupazionali consentirà a ENI di continuare a dettare legge e a stabilire gli indirizzi e le (false) prospettive di sviluppo per i territori.
Ma stavolta non possono e non devono passarla liscia.
Il livello di mobilitazione sta crescendo in tutta la Sicilia, e queste "accelerazioni", che seguono le "compassionevoli" prese di posizione di ENI (leggi qui), danno il senso di una preoccupazione sempre maggiore, da parte della di politicanti e affaristi, nei confronti di un movimento che è in prepotente fase di sviluppo.
Fonte: http://www.siciliainformazioni.com/130930/eni-roma-garanzie-crocetta-sicilia-salvi-i-posti
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