Alle prime luci del giorno alcuni pescatori della marineria di Licata, con le proprie
imbarcazioni hanno raggiunto e portato il loro “saluto” alla piattafoma
petrolifera “Prezioso”, occupata dall'alba di ieri dagli
attivisti della Rainbow Warrior di Greenpeace, per portare solidarietà e
sostegno all'azione in corso.
L'iniziativa dei pescatori licatesi apre una prospettiva di
lotta che ha pochi precedenti nella storia recente della nostra città: il
popolo di Licata, attraverso la sua categoria più rappresentativa, è parte
attiva in un conflitto aperto contro sciagurate scelte economiche e ambientali
operate dall'alto che, com'è ormai prassi, vengono prese castrando ogni
legittima aspettativa di sviluppo delle comunità locali.
E c'è molto di più: per una volta, forse la prima dopo
tantissimo tempo, la marineria si presenta compatta, determinata e consapevole
della propria capacità di azione, e in grado di operare scelte senza la
mediazione e il benestare dei caporaletti inviati dai politicanti al solo scopo
di dividere e imperare.
Senza mezzi termini occorre dire che nei confronti di
Greenpeace e della Rainbow Warrior avremo per sempre un debito di riconoscenza:
al di là della portata del messaggio, per la spinta propulsiva che sono stati
in grado di dare e, in ultima analisi, per la capacità di far deflagare
un'opposizione convinta e radicale ai progetti di trivellazione.
Tutto quello che è avvenuto in questi ultimi intensissimi
giorni, ci rende ancora più convinti di aver intrapreso fin da subito la strada
giusta, l'unica percorribile: non accettare alcuna mediazione politica a
livello istituzionale e costruire una lotta di resistenza e difesa del
territorio dal basso, coinvolgendo e animando la popolazione.
La Sicilia,
lo sappiamo, è una terra ricca anche di risorse minerarie, la cui estrazione comporta sempre la genesi
di disastri ambientali di dimensioni incalcolabili, con conseguenze devastanti
sulla salute dei cittadini.
In Sicilia già esistono diversi impianti estrattivi e
centrali di raffinamento, quali quelle di Milazzo, Priolo e Gela. Centrali che
hanno distrutto l'ambiente circostante e che appestano i territori con il loro
fetore industriale. Centri di produzione che hanno avvelenato le risorse
naturali e che hanno avuto conseguenze devastanti sulla salute delle persone
che vi vivono vicine.
In questo scenario orrendo, il duo Renzi-Crocetta, ha
pensato bene di incrementare le estrazioni petrolifere e di gas a largo delle
coste siciliane, dando vita, insieme alla mortale ENI, al progetto “Offshore
Ibleo”.
Il segnale dei pescatori licatesi è uno ed è chiaro: basta
allo scempio perpetrato in nostro danno. Licata e la Sicilia dicono basta ad
attività economiche che generano lucro per poco e disastri per molti. Basta
alle bugie.
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