mercoledì 15 ottobre 2014

Comunicato stampa del 15/10/2014

Alle prime luci del giorno alcuni pescatori  della marineria di Licata, con le proprie imbarcazioni hanno raggiunto e portato il loro “saluto” alla piattafoma petrolifera “Prezioso”, occupata dall'alba di ieri dagli attivisti della Rainbow Warrior di Greenpeace, per portare solidarietà e sostegno all'azione in corso.

L'iniziativa dei pescatori licatesi apre una prospettiva di lotta che ha pochi precedenti nella storia recente della nostra città: il popolo di Licata, attraverso la sua categoria più rappresentativa, è parte attiva in un conflitto aperto contro sciagurate scelte economiche e ambientali operate dall'alto che, com'è ormai prassi, vengono prese castrando ogni legittima aspettativa di sviluppo delle comunità locali.
E c'è molto di più: per una volta, forse la prima dopo tantissimo tempo, la marineria si presenta compatta, determinata e consapevole della propria capacità di azione, e in grado di operare scelte senza la mediazione e il benestare dei caporaletti inviati dai politicanti al solo scopo di dividere e imperare.
Senza mezzi termini occorre dire che nei confronti di Greenpeace e della Rainbow Warrior avremo per sempre un debito di riconoscenza: al di là della portata del messaggio, per la spinta propulsiva che sono stati in grado di dare e, in ultima analisi, per la capacità di far deflagare un'opposizione convinta e radicale ai progetti di trivellazione.

Tutto quello che è avvenuto in questi ultimi intensissimi giorni, ci rende ancora più convinti di aver intrapreso fin da subito la strada giusta, l'unica percorribile: non accettare alcuna mediazione politica a livello istituzionale e costruire una lotta di resistenza e difesa del territorio dal basso, coinvolgendo e animando la popolazione.

La Sicilia, lo sappiamo, è una terra ricca anche di risorse minerarie,  la cui estrazione comporta sempre la genesi di disastri ambientali di dimensioni incalcolabili, con conseguenze devastanti sulla salute dei cittadini.

In Sicilia già esistono diversi impianti estrattivi e centrali di raffinamento, quali quelle di Milazzo, Priolo e Gela. Centrali che hanno distrutto l'ambiente circostante e che appestano i territori con il loro fetore industriale. Centri di produzione che hanno avvelenato le risorse naturali e che hanno avuto conseguenze devastanti sulla salute delle persone che vi vivono vicine.

In questo scenario orrendo, il duo Renzi-Crocetta, ha pensato bene di incrementare le estrazioni petrolifere e di gas a largo delle coste siciliane, dando vita, insieme alla mortale ENI, al progetto “Offshore Ibleo”.

Il segnale dei pescatori licatesi è uno ed è chiaro: basta allo scempio perpetrato in nostro danno. Licata e la Sicilia dicono basta ad attività economiche che generano lucro per poco e disastri per molti. Basta alle bugie.

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