mercoledì 29 ottobre 2014

ENI, c'è posta per te

Cara Eni,
al ricatto dei posticini di lavoro che gentilmente ci elargisci, nel nostro solo interesse, noi non crediamo più.

Perché, sia chiaro, i 400 posti di lavoro, cara ENI, tu ce li togli, non ce li dai.

Ora sappiamo tante cose di te, ENI. Gli anni 60 sono finiti da un pezzo e durante il tempo trascorso abbiamo imparato che i miraggi possono essere molto pericolosi. I miraggi ingannano la vista, le illusioni distorcono la percezione del mondo e inducono a leggere la realtà in maniera falsa e non per quella che è. Le promesse di un futuro radioso sono il giogo a cui hai legato le popolazioni e i territori che hai colonizzato, lasciando sul terreno, riversi, padri, madri e figli.
La prospettiva menzognera che continui a propinare a noi come nel delta del Niger è sempre la stessa. Anzi lì hai dato il meglio di te, lo sai bene.


E se ci sbagliassimo, se le tue azioni fossero motivate solo da un sincero e disinteressato amore per la nostra terra, e non dalla mera volontà di perseguire un profitto, se avessi tanto a cuore la politica energentica nazionale e, in ultima analisi, il futuro nostro e quello dei nostri figli, sappiamo bene cosa potresti fare per noi: i nostri tetti sono a tua disposizione, coprili di pannelli fotovoltaici e di solare termico, ammoderna le reti di distribuzione elettriche rendendole adatte alla produzione diffusa, bonifica e riqualifica i territori che hai devastato. 
E poi, con garbo e gentilezza, ti chiediamo, cortesemente, di sparire per sempre.

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